Oggi 24 Luglio la Questura ha notificato a Sergio Zulian, Portavoce di Adl Cobas, il foglio di via per tre anni dalla sua stessa città, ovvero Treviso.
Si tratta di un provvedimento abnorme ed assurdo in quanto Sergio risiede a pochi metri dal confine geografico del Comune di Treviso, ma soprattutto Treviso è la città in cui da circa 15 anni svolge la sua attività lavorativa, politica, sociale e sindacale.
Ancora più incredibili sono le motivazioni: Sergio viene accusato di aver partecipato ad un pacifico sit-in davanti alla Prefettura di Treviso, insieme ad altre 70 persone, per chiedere un’accoglienza degna per i profughi, per rivendicare diritti uguali per tutti, per protestare contro il pogrom razzista di Quinto di Treviso del giorno prima e per chiedere le dimissioni del Prefetto Marrosu che in questi mesi ha gestito in modo scandaloso le politiche di accoglienza.
Ancora più incredibili sono le motivazioni: Sergio viene accusato di aver partecipato ad un pacifico sit-in davanti alla Prefettura di Treviso, insieme ad altre 70 persone, per chiedere un’accoglienza degna per i profughi, per rivendicare diritti uguali per tutti, per protestare contro il pogrom razzista di Quinto di Treviso del giorno prima e per chiedere le dimissioni del Prefetto Marrosu che in questi mesi ha gestito in modo scandaloso le politiche di accoglienza.
Ricordiamo che, nemmeno fossimo in Alabama 50 anni fa, mentre ai razzisti del Ku Klux Klan veniva lasciata via libera a Quinto di Treviso, i manifestanti per i diritti civili sono stati portati via in manette, con violenza, trattenuti per oltre 5 ore in Questura. Il questore aveva anche emesso 5 ordini d’arresto, subito annullati dal Magistrato di turno che in 12 ore ha completamente smontato il castello di bugie messo in piedi dalla Questura stessa.
Risulta evidente che a Treviso esiste una gravissima questione democratica, poiché il Questore pensa di poter intervenire a suo piacimento ed in modo autoritario nella vita politica della città, oltretutto sottraendosi a qualsiasi tipo di controllo democratico. Non sopportare la democrazia, non tollerare la dialettica politica, non accettare il conflitto sociale, è un brutto vizio che Treviso si porta dietro dai tempi de “el seriffo” Gentilini, che fortunatamente non amministra più la città ma che evidentemente ha fatto scuola. Treviso e la sua Provincia sono un territorio sicuramente complesso e difficile, pieno di contraddizioni, in cui realtà come ADL Cobas hanno saputo radicarsi, strutturarsi e portare avanti lotte molto significative nei magazzini della Logistica, nel Commercio, in moltissimi settori dove per anni vigeva il totale arbitrio da parte delle Cooperative e dei padroni o padroncini di turno, anche loro poco abituati alla democrazia nei luoghi di lavoro. ADL Cobas, insieme a tante altre realtà come Associazioni, il Centro Sociale, i Comitati, da quindici anni ha sviluppato un grande percorso di lotte sociali, per i diritti e la dignità nei luoghi di lavoro, per il diritto alla casa, contro il razzismo: queste lotte hanno contribuito non poco a far cambiare Treviso, a far prendere coscienza della necessità di organizzarsi, di rivendicare diritti e costruire una città degna e solidale.
Per questo riteniamo ancora di più inaccettabile che la Questura voglia in modo autoritario inibire ai cittadini, in questo caso uno dei responsabili nazionali di ADL Cobas, la possibilità di svolgere la normale attività politica e sindacale.
Dopo la vergogna delle “politiche di accoglienza” e le manifestazioni il Prefetto Marrosu è stata rimossa, dopo la gestione autoritaria e antidemocratica della città è ora che anche il Questore Cacciapaglia si dimetta o comunque sia immediatamente rimosso.
ADL COBAS