Riceviamo e inoltriamo, il comunicato, che invitiamo a pubblicare, divulgare, diffondere, che
ci proviene dall'Assemblea 29 giugno di VIAREGGIO e dall'Associazione IL MONDO CHE VORREI,
che è pullicato sotto il nostro messaggio.
La nostra solidarietà e sostegno a questa situazione e lotta, che è anche la nostra come Confederazione sindacale nazionale Usi, Da sempre, siamo impegnati nei comitati (come il combattivo comitato 5 aprile di Roma), nella rete nazionale su salute sicurezza sul lavoro e sui territori, nonchè sui posti di lavoro per la difficile vicenda, di vedere rispettate e applicate in modo pieno ed efficace le 4 fasi di prevenzione, informazione, formazione e addestramento, per chi lavora e a tutela di cittadinanza e utenza di servizi pubblici e al pubblico, ci porta anche in questo caso ad essere solidali e vicini a Riccardo Antonini e a tutte-i coloro che come a Viareggio da anni si stanno battendo con le loro energie e con tenacia per VERITA' E GIUSTIZIA.
LA SALUTE NON E' UNA MERCE, LA SICUREZZA NON E' UN COSTO "AZIENDALE" DA TAGLIARE PER
MANTENERE INALTERATI PROFITTI.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Segreteria generale nazionale Confederazione USI UNIONE SINDACALE ITALIANA
fondata nel 1912 segreteria collegiale UDINE-MILANO-ROMA-CASERTA
sito ufficiale www.unionesindacaleitaliana.eu
Roma, 18 febbraio 2016
NO alla “sentenza-reato” contro Riccardo Antonini!
L’unica lotta persa è quella che si abbandona
32 ore di presidio di fronte al Tribunale di Livorno, via De Larderel 88, dalle ore 08.00 del 22 febbraio alle ore 17.00 del 23 febbraio
NO alla “sentenza-reato” contro Riccardo Antonini!
L’unica lotta persa è quella che si abbandona
32 ore di presidio di fronte al Tribunale di Livorno, via De Larderel 88, dalle ore 08.00 del 22 febbraio alle ore 17.00 del 23 febbraio
Riccardo Antonini è il ferroviere licenziato il 7 novembre 2011 per essersi schierato a fianco dei familiari delle 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. Secondo il Codice etico dell’azienda, Riccardo è stato licenziato per “essersi posto in un evidente conflitto d’interessi con la Società”. Esercitare il diritto di cronaca e di critica su un’immane tragedia come quella di Viareggio è “conflitto d’interessi”.
Il cavalier Moretti, ex amministratore delegato delle Ferrovie, è l’autore di questa “bella impresa” e principale imputato al processo per la strage ferroviaria.
I giudici del lavoro, Luigi Nannipieri di Lucca, trasferito poi a Livorno, Giovanni Bronzini (presidente), Gaetano Schiavone e Simonetta Liscio di Firenze, si sono piegati alla “bella impresa” del cav. Moretti, promosso a Finmeccanica con oltre il doppio di “compenso” (2 milioni e 300.000 euro l’anno), sentenziando che Riccardo ha “violato il dovere di fedeltà”.
L’accusa di aver partecipato gratuitamente all’incidente probatorio per familiari e per il sindacato è un volgare pretesto. I giudici hanno emesso una sentenza politica di fronte ad un licenziamento politico, quindi discriminatorio. Il giudice Nannipieri, nell’udienza del 5 luglio 2012, propose la conciliazione (sottoscritta da Riccardo, ma respinta dagli avvocati di ferrovie), sottolineando che non vi era alcuna proporzione tra quanto contestato a Riccardo ed il licenziamento. Perché il giudice Nannipieri si è rimangiato questa ovvietà? Questi giudici sanno bene che in un incontro alla Regione tenuto il 14 settembre 2009, il cav. Moretti disse: “Quel ferroviere di Viareggio lo licenziò”, riferendosi a Riccardo. Il fatto è stato confermato da testimoni.
Perché i giudici hanno preferito genuflettersi a poteri forti, confermando il licenziamento di Riccardo dipendente infedele a Moretti, a Elia, a Soprano … (anch’essi rinviati a giudizio con accuse pesantissime per la strage di Viareggio)? Sentenze come questa sono un ostacolo ai ferrovieri “infedeli” per l’impegno e le iniziative sulla sicurezza e la salute in ferrovia. Non dimentichiamo che nella gestione Moretti di Ad di Fs (2006-2014) sui binari hanno perso la vita 56 lavoratori. Ogni commento è superfluo …
Con questa sentenza, i giudici hanno mostrato sudditanza nei confronti di poteri forti e disprezzo per le 32 Vittime; hanno emesso una sentenza che incoraggia ed istiga datori di lavoro, presidenti, manager, funzionari e dirigenti, a perseverare nella politica di abbandono della sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’incremento dei morti sul lavoro dello scorso anno (in Toscana del 140% in più rispetto al 2014) è anche la nefasta conseguenza di simili sentenze.
17 febbraio 2016
NO alla prescrizione per Viareggio!
– Assemblea 29 giugno e-mail: assemblea29giugno@gmail.com
– Associazione ‘Il Mondo che vorrei’ e-mail: info@ilmondochevorreiviareggio.it